INFORMAZIONI CANE DA PASTORE BERGAMASCO
Allevamento Lupercali Pastore Bergamasco

DESCRIZIONE GENERALE DEL CANE DA PASTORE BERGAMASCO

Il Pastore Bergamasco ha una storia antica e il manto che gli dona una bellezza statuaria. Rustico, con gli occhi che esprimono sentimento e dolcezza, consapevole della sua importanza nel mosaico vivo delle razze italiane, calamita l’attenzione per l’inusualità dell’aspetto ed il carattere che lo fa guardiano affettuoso e attento. Il mantello, completo non prima dei tre anni, lo distingue da tutte le altre razze: è composto da pelo caprino e da lana che non effettua la muta stagionale ed è particolarmente abbondante nella parte posteriore, forma autentici feltri, detti bioccoli che servono da protezione per le intemperie. Barba e baffi sono abbondanti ed il caratteristico ciuffo sugli occhi tenuto sollevato dalle ciglia a formare un’autentica visiera protettiva dal sole. Contrariamente a quanto si pensi la gestione e cura del mantello è molto semplice e va fatta, lavando il mantello periodicamente e tenendo in ordine barba e baffi. Il colore del mantello è grigio a macchie, grigio uniforme in tutte le gradazioni o nero opaco. Selezionati per stare all’aria aperta vivono serenamente anche nelle abitazioni, sono ricettivi ai comandi e diventano per i bambini preziosi compagni di giochi e per gli anziani una presenza rassicurante e affettuosa.

Foto Pastore Bergamasco Lupercali
Allevamento Lupercali Pastore Bergamasco

F.A.Q SUL CANE DA PASTORE BERGAMASCO

LEGGENDE METROPOLITANE

Il Cane da Pastore Bergamasco puzza solo se alimentato male e trascurato dall’umano, perché in realtà passa molto tempo a pulirsi. Quando piove l’odore di lana, di cui in buona parte è composto il manto, si fa sentire ma, credo che la “puzza” di cui più spesso ci si lamenta abbia ben altre origini.

Il Cane da Pastore Bergamasco puzza?

Nel secolo scorso qualcuno sosteneva che il Cane da Pastore Bergamasco non si potesse lavare ma,  costoro, non si preoccupavano proprio del benessere dei propri cani e in fondo neppure del proprio! Invece si lava eccome; ogni volta che è necessario, senza abusarne, come è giusto che sia anche perché il vero problema è asciugarlo molto, molto bene.


Toelettare il Pastore Bergamasco non richiede più tempo di qualsiasi cane a pelo lungo e meno di molte altre razze, se si è costanti nel tenerlo in ordine perché in realtà la toelettatura, una volta impostati i bioccoli, si fa solo nella parte anteriore: potrebbe essere il cane ideale per i pigri!


Prima di tutto nessuno vieta di tenergli il pelo tagliato (meglio non rasato!) e comunque perde molto meno pelo di altre razze perché la muta è quasi inesistente, visto che la componente lanosa viene “imprigionata” dalla formazione dei bioccoli.


Questa affermazione è  come dire che chi ha una capigliatura formata da dreads agisce una forma di autotortura. I bioccoli, o dreads per chi ama definirlo il “cane rasta” si formano naturalmente, non sono una forzatura a fini estetici. Il mantello, così come ci è arrivato dalla selezione fatta dai pastori, ha la funzione di proteggere dalle intemperie e anche dagli attacchi. Se la proporzione fra pelo caprino, ovino e sottopelo è corretta, il mantello non risulta essere particolarmente pesante; certo è che non deve essere trascurato! Non si deve aspettare che la parte lanosa si infeltrisca fino a diventare un ingestibile agglomerato fastidioso per il cane e dannoso per la sua salute.


Il Pastore Bergamasco ama la montagna e gioca anche volentieri nella neve ma non è un cane adatto a passare molte ore sulla neve. Soprattutto i suoi piedi e perfino il tipo di pelo non sono adatti alla neve.

Il pelo che copre gli occhi non impedisce al cane di vedere: è una protezione naturale e non deve essere tagliato perché è tenuto sollevato da delle meravigliose lunghe ciglia. Tanto meno il pelo va raccolto in ciuffo sopra la testa con un elastico che oltretutto rischia anche di tirare troppo la pelle, se fatto in modo scorretto, e ridicolizzare il cane.

Chi sostiene che il Bergamasco sia un cane aggressivo ha avuto probabilmente un incontro sfortunato, perché lo Standard descrive bene il carattere definendolo “naturalmente diffidente”; questa sua diffidenza può manifestarsi come timidezza se non abbastanza socializzato ma non come comportamento aggressivo.

Galleria Fotografica Cane da Pastore Bergamasco

IL CARATTERE DEL CANE DA PASTORE BERGAMASCO

Il carattere del Cane da Pastore Bergamasco è fortemente influenzato dalla funzione originale che consiste nella guida e nella custodia del gregge, lavoro in cui evidenzia un comportamento esemplare per attenzione, riflessione ed equilibrio. Le sue capacità di apprendere e di decidere unitamente a moderazione e pazienza ne fanno un ottimo cane da guardia e da compagnia, idoneo agli impegni più svariati, Instaura con l’uomo uno stretto legame. Questa descrizione è del 1957 e si trovava nella prima stesura dello standard riconosciuto ufficialmente dall’E.N.C.I.

Il Cane da Pastore Bergamasco può’ svolgere molte altre attività oltre a quella di conduttore del gregge, proprio per la sua funzione originale, che richiede equilibrio, ubbidienza, sensibilità, ponderatezza pur sapendosi dimostrare deciso in caso di pericolo.
Identificando con il gregge la famiglia o comunque la comunità in cui viene inserito, ama tenere uniti i componenti del gruppo diventando così un ottimo compagno/guardiano soprattutto per quelli del gruppo che considera più deboli e quindi da difendere.
Il suo istinto infatti lo rende molto protettivo, pur non diventando mai morbosamente possessivo.
La sensibilità ai comandi del pastore, fa di questa razza il vero “amico dell’uomo”; è così attento ai nostri desideri e addirittura ai nostri stati d’animo che, se c’è tensione, malumore, tristezza o dolore si accucciano e non ci si accorge neppure che ci sono; se viceversa c’è euforia, allegria, azzardano qualche abbaiata o marachella sapendo che in queste condizioni nessuno si arrabbierà.
Non è esagerato dire che il Cane da Pastore Bergamasco è una razza che vive veramente per soddisfare l’umano, e anche questo è facilmente spiegabile pensando alla loro funzione originale.

Foto Pastore Bergamasco Lupercali

Per svolgere il lavoro di conduttore è indispensabile che si crei uno stretto rapporto d’intesa con il pastore dal quale riceve i comandi spesso solo per gesti. Ciò ha sviluppato in questi cani una grande capacità di apprendimento e una grande attenzione agli insegnamenti e ai comandi impartiti dall’uomo. Caratteristica che, se ben gestita, da al proprietario di un Cane da Pastore Bergamasco delle enormi soddisfazioni.
Non è e non deve essere aggressivo, perché il suo compito è guidare e sorvegliare, non difendere. Per questo è un bravo guardiano anche della casa, senza essere feroce, anche se, in caso di pericolo, sa come far desistere i malintenzionati.
Inoltre, la sua capacità di apprendere e di decidere unite a moderazione e pazienza ne fanno anche un ottimo cane idoneo agli impieghi più svariati.
Ci sono o ci sono stati Cani da Pastore Bergamasco usati come cani da valanga, e da catastrofe, nella protezione civile e dai pompieri. Sono stati affiancati a portatori di handicap, ad anziani e a ipovedenti; ma, in queste attività, il mantello è tenuto molto corto e spazzolato.

Alla luce di tutto ciò è evidente che il carattere del Cane da Pastore Bergamasco rappresenta una delle caratteristiche più preziose di questa razza e per preservarlo è essenziale una particolare attenzione nella selezione dei soggetti da riproduzione.

PILLOLE DI STANDARD DEL CANE DA PASTORE BERGAMASCO

Tratto dallo Standard ufficiale E.N.C.I. / F.C.I. n. 194

Il Cane da Pastore Bergamasco è un cane di media mole, di aspetto rustico con pelo abbondante su tutte le parti del corpo, fortemente costruito ma molto ben proporzionato. Il tronco sta nel quadrato. L’altezza al garrese ideale: per i maschi è 60 cm., con 2cm. di tolleranza in eccesso e in difetto. Per le femmine 56cm. con 2cm. di tolleranza in più o in meno. Il peso è per i maschi 32-38 Kg. e per le femmine 26-32 Kg.

La lunghezza del muso uguaglia la lunghezza del cranio. Nel suo assieme la testa si presenta grossa di forma parallelepipedo, la pelle non deve essere spessa ma aderente ai tessuti sottostanti e non deve formare rughe. La lunghezza del cranio è uguale a quella del muso. La depressione naso-frontale, lo stop, è ben raccordata, ma accentuata. Il muso non è a punta ma troncato. La chiusura della dentatura è a forbice.
Gli occhi grandi di colore marrone, più o meno scuro secondo il colore del mantello, hanno espressione dolce e serena, attenta. Le orecchie inserite al disopra dell’arcata zigomatica, semi-pendenti con i due terzi terminali che restano cadenti: in attenzione l’orecchio viene leggermente rialzato in prossimità della sua base. La forma è triangolare.

Il profilo superiore del collo è leggermente convesso. Il collo è leggermente più corto della testa.

Il tronco sta nel quadrato. Il profilo superiore del dorso è rettilineo e il suo garrese (armoniosamente unito al collo ed al dorso) si eleva su tale linea retta. Il dorso è largo. I lombi o reni sono ben saldati con la linea del dorso e della groppa, la lunghezza è circa pari alla larghezza e visti di profilo sono leggermente convessi. La groppa deve essere larga, robusta, muscolosa ed è inclinata sull’orizzonte di circa 30 gradi. Il petto deve essere largo e aperto. Il costato deve essere ampio, sceso fino ai gomiti ben cerchiato. Il costato deve raggiungere il 50% dell’altezza del garrese. Il profilo inferiore del ventre, dal profilo dello sterno rimonta pochissimo, cosicché il ventre è poco retratto. I fianchi debbono essere lunghi come la regione lombare (perciò corti). L’ incavo dei fianchi deve essere minimo.

La coda è grossa e robusta alla radice va gradatamente affusolandosi sino alla punta. È ricoperta di pelo caprino e lievemente ondulato. Il portamento della coda quando il cane è in riposo, deve essere a scimitarra. Quando il cane è in azione, la coda sbandiera.

Gli appiombi anteriori risultano regolari sia osservati di profilo che di fronte. Risultano ben proporzionati al formato del cane. La spalla è forte, massiccia e ha un inclinazione rispetto all’orizzonte di 45/55 gradi . Il braccio deve essere muscoloso e di ossatura forte, il piede ha forma ovale (piede di lepre) a dita unite tra di loro ed arcuate. Unghie forti, ricurve e ben pigmentate. Suole asciutte e pigmentate in scuro. Gli arti posteriori ben rapportati al formato del cane. Appiombi regolari sia visti di profilo che dietro. La coscia è lunga, larga, coperta di muscoli, con il margine posteriore leggermente convesso. La gamba ha forte ossatura, muscoli asciutti e scanalatura gambale ben marcata. Il piede è come l’anteriore.

Passo sciolto e lungo; il trotto abbastanza allungato e molto resistente è l’andatura più utilizzata. Per la sua conformazione, il cane può facilmente andare al galoppo ordinario, andatura che è in grado di mantenere per un tempo relativamente lungo.

La pelle è aderente al corpo deve essere sottile in ogni regione, specialmente sulle orecchie e sugli arti anteriori. Collo senza giogaia e testa senza rughe. Il pigmento delle mucose e delle sclerose deve essere nero.

Il pelo è molto abbondante lungo e diversificato. La tessitura è ruvida (caprina) in particolare sulla metà anteriore del tronco. Dalla metà del torace per tutta la parte posteriore del corpo tende ai bioccoli (piatti e larghi mai rotondi che indicano un pelo riccio non corretto), o è già a bioccoli, in relazione all’età del soggetto il sottopelo è tanto corto e folto da non lasciare facilmente scorgere la pelle. Il colore del manto è grigio uniforme o a chiazze di tutte le gradazioni dalle più tenui di grigio fino al molto chiaro e al nero, anche con sfumature (solo sui bioccoli) isabella e fulvo chiaro. E’ ammesso il colore nero opaco. Il colore bianco uniforme è proscritto. Sono tollerate le chiazze bianche quando la superficie delle stesse non supera il quinto della superficie totale del mantello.

DIFETTI: ogni deviazione dalle caratteristiche indicate nella descrizione delle varie regioni costituisce un difetto, e la gravità con la quale il difetto deve essere considerato deve essere esattamente in proporzione al suo grado e agli effetti sulla salute e il benessere del cane e alla sua capacità di svolgere il suo lavoro.
• Insufficiente dimorfismo sessuale
DIFETTI GRAVI:
Assi cranio-facciali convergenti o divergenti;
Tartufo parzialmente depigmentato;
Occhi con eterocromia dell’iride bilaterale o monolaterale (parte dell’iride blu), occhi sporgenti o infossati, occhi ovali e obliqui;
• Mancanza di un dente (eccetto per il PM1 e per l’M3);
Coda inserita troppo alta o bassa, portata troppo alta sulla dorsale o tra le gambe;
Mantello senza differenza tra lanoso e caprino, soffice, corto sugli arti anteriori e sul muso, rado sulla coda, troppo folto e lungo tale compromettere la funzione del cane;
Colore non previsto dallo standard;
Andatura ambiata o disallineata;
Taglia al di sopra o al di sotto dei limiti indicati dallo standard.
DIFETTI DA SQUALIFICA:
Cani aggressivi o oltremodo timidi;
• Ogni cane che dimostra chiari segni psichici o anomalie comportamentali deve essere squalificato;
• Mancanza di tipo;
Testa sproporzionata- piccolo o troppo grossa;
• Totale depigmentazione del tartufo, labbra, o rime palpebrali;
Canna nasale chiaramente convessa (montonina) o concave;
Occhio gazzuolo (mono o bilaterale, depigmentazione totale dell’iride). Occhi piccoli (macroftalmia), strabismo;
• Prognatismo;
• Enognatismo;
• Anurismo, brachiurismo; coda arrotolata sul dorso;
Manto bianco per una superficie maggiore di 1/5 della superficie totale.
N.B:
• Tutti i maschi devono avere due testicoli di aspetto normale e ben discesi nello scroto.
Solo cani funzionalmente e clinicamente sani, con tipica conformazione di razza devono essere utilizzati per la riproduzione.

Allevamento Lupercali Pastore Bergamasco
Cucciolo Pastore Bergamasco

IL CUCCIOLO DI CANE DA PASTORE BERGAMASCO

Fin da cucciolo il Cane da Pastore Bergamasco è particolarmente sensibile e attento a ciò che l’umano gli chiede.
Apprende quindi molto velocemente per cui è facile educarlo anche se, durante la crescita, soprattutto in quel periodo paragonabile alla nostra adolescenza, la sua capacità di decidere inizia a manifestarsi e fa sì che metta in discussione le richieste che ricevono; fa parte del suo sviluppo psichico e si esaurisce una volta diventato adulto.
Il Cane da Pastore Bergamasco è un cucciolo robusto, che non ha bisogno particolari cure ma solo quelle necessarie a chiunque stia crescendo.
Non ha bisogno di fare tanta attività fisica, mentre è indispensabile che con gli umani condivida vita e esperienze.

Carla Mariani Allevamento dei Lupercali anni '50
Carla Mariani Allevamento dei Lupercali anni '50

LA STORIA DEL CANE DA PASTORE BERGAMASCO

La storia del Cane Da Pastore Bergamasco ha la sua origine nella notte dei tempi perché il suo progenitore era fra quei cani conduttori di greggi e mandrie che badavano al bestiame delle popolazioni nomadi durante le migrazioni che fecero da Oriente ad Occidente. I cani venivano spesso ceduti insieme al bestiame venduto così una volta divenuti stanziali i cani furono selezionati per le specifiche necessità di lavoro e di ambiente dando origine alle diverse razze. È interessante e affascinante notare come nelle varie razze da pastore si siano conservate in ogni caso certe somiglianze sia morfologiche sia caratteriali.
Al Cane da Pastore Bergamasco il più simile per aspetto è indubbiamente il Pastore della Brie francese, ma Puli e Komondor ungheresi sono gli unici altri che hanno lo stesso tipo di pelo, mentre per carattere forse le razze che più si avvicinano sono il Pastore Polacco Nizinny e il Bearded Collie in Gran Bretagna.
Il lavoro fatto con passione ed entusiasmo evitò che la razza sparisse per “imbastardimento” dato che i pastori, come spesso succede ai cacciatori, focalizzavano tutta la loro attenzione solo sulla predisposizione al lavoro a volte basandosi anche su vere e proprie superstizioni come ad esempio la convinzione che i cani con un occhio scuro ed uno azzurro (occhio gazzuolo) potevano vedere di notte meglio degli altri. Questo portò ad accoppiamenti che diedero spesso cani albini. Proprio per evitare errori di questo tipo si decise di considerare come difetti sia gli occhi azzurri (anche uno solo) sia la presenza di bianco nel mantello se maggiore di un quinto dell’intero corpo e ogni altra manifestazione di depigmentazione.
Tina Violi Gussoni, già Presidente della SAB negli anni 70 così scriveva ne “I Cani Di Razza Italiana”: “Il primo intervento selettivo sulla razza fu quello iniziato dal marchese Paolo Cornaggia verso il 1890, al quale si deve anche un primo abbozzo di Standard nel 1950. La ripresa dell’attività’ cinofila che seguì la fine della seconda guerra mondiale vide la razza oggetto di cure, ricerche e selezione da parte di un piccolo ma tenace gruppo di cinofili che riprese pazientemente il lavoro a suo tempo iniziato da Cornaggia, ricercando nel contempo, di operare su base più tecniche”.
Di tale gruppo facevano parte Piero Rota, Aliprandi, Annibale Guidobono Cavalchini, Tanzi e Sandro Carnelli che distinsero successivamente i loro prodotti con i rispettivi affissi: di Valle Imagna, della Vernella, di Valle Scrivia, di Pian del Sole e dei Lupercali (unitamente a Carla Mariani).

Cane da Pastore Bergamasco Alpino

COMINCIÒ TUTTO CON ALPINO...

Quasi tutte le razze possono vantare un grande razzatore che ha lascito la propria impronta nelle generazioni che lo hanno seguito, ma ciò che Alpino ha significato in modo così netto e determinante per l’allevamento del Pastore Bergamasco è difficilmente eguagliabile. Per questo la sua storia merita di essere raccontata.
Nel 1943 Piero Rota viene a sapere che in una cascina fuori Milano c’è un cucciolo lasciato da un pastore a pagamento dell’ospitalità concessa a una sua femmina e relativa prole. Parte subito, lo vede e lo porta a casa. Il cucciolo cresce forte e robusto e ha un carattere da vero Bergamasco, calmo e dolce, attento guardiano. Un giorno con un colpo d’accetta tentano di ucciderlo: si salva ma il suo carattere diventa duro e senza concessioni verso gli estranei, difensore ineguagliabile e dall’udito eccezionale, che gli permette addirittura di segnalare incursioni aeree nemiche, prima dell’allarme ufficiale. Sotto il profilo della morfologia è un soggetto di alta tipicità e classe che si distingue subito nella esposizioni in cui viene presentato e dove colleziona premi e titoli prestigiosi.

Ma ciò che fa di Alpino uno straordinario razzatore è la sua capacità di trasmettere ai figli quelle stesse qualità che lo hanno distinto e che ne fanno il tipico esemplare della razza. Alpino è dunque lo sperato genotipo che gli allevatori, poveri di soggetti esemplari e nella materiale impossibilità di ritrovare nuove fonti, attendevano da tempo e a cui la sorte benigna ha altresì voluto, a completarne il valore, regalare una lunga capacità riproduttiva: dal ’47 al ’54 sono stati iscritti ai libri delle origini oltre cento discendenti di Alpino di Val Imagna!
Tutto ciò non bisogna dimenticarlo, sotto la guida di Piero Rota che, con la sua passione, la sua intelligenza e il suo lavoro, ha contribuito in modo decisivo a fissare il tipo di una razza che, prima di allora, avanzava timidamente cercando di definirsi. Egli ha avuto il merito di affidare i cuccioli di Alpino unicamente a chi li avrebbe amati e correttamente utilizzati e valorizzati in esposizione come nei pascoli di montagna.
Il nome di Alpino e quello di Rota non potranno mai essere disgiunti dal Pastore Bergamasco e dalla sua storia unitamente a quelli di tanti campioni usciti dall’allevamento di Val Imagna: Gelsomina, Betta, Naja e tutti gli altri esemplari che hanno segnato favorevolmente l’allevamento della razza, permettendo anche agli altri allevatori di produrre soggetti tipici e ben costruiti. Il grande Alpino moriva nel 1956 dopo 14 anni di convivenza con Rota, ma perpetuandosi per anni nel sangue dei suoi discendenti, ai quali ha lasciato le sue doti ineguagliabili, migliorando, tra l’altro, la taglia e il mantello del Pastore Bergamasco, sino allora fonti di incertezza nella selezione della razza.

Decalogo del Buon Cane di Stefano Benni

DODECALOGO DEL BUON CANE
di Stefano Benni da "Di tutte le ricchezze"

1. Ama il padrone tuo come te stesso.
2. Odora il padre, la madre e tutto il resto.
3. Caga sempre dove qualcuno puó passare.
4. Se ti abbandonano non ti meritano.
5. La pulce è sempre dove non puoi grattarla: accettalo.
6. Non desiderare la ciotola d’altri, ma se capita…
7. Se uno è più piccolo di te ringhia, se più grosso mettiti a pancia in su.
8. Ciò che per altri è puzza per te è curiosità.
9. Ulula, crederanno che stai dicendo qualcosa.
10. Se il padrone di sede a tavola, guardalo come se non mangiassi da un anno.
11. Quando fai le feste, la tua gioia sia proporzionale al tuo peso.
12. Il tuo padrone non è strano, è umano: accettalo.